
Aprite munte e gnutti Cisaria
La leggenda narra di una bella e dolce fanciulla di nome Cesarea che, nonostante la giovane età, dimostrò di avere un grande coraggio.
Rimasta orfana di madre da bambina, trovò conforto nella fede e si dedicò completamente a Dio. Il padre però, addolorato per la perdita della moglie, cominciò ad essere attratto dalla fanciulla, iniziando a desiderarla fino all’ossessione.
La furia del padre fu tale che lei non poté più contrastarla, ed allora escogitò uno stratagemma per mettersi in salvo.
Mostrandosi acconsenziente col padre, chiese un momento per andare a lavarsi. In realtà invece di prepararsi, legò due colombe sul fondo di una bacinella le quali, battendo le ali, facevano credere al genitore che si stesse lavando. Ora, impaurita e tremante, fuggì via.
Il padre impaziente, dopo aver atteso invano l’arrivo della fanciulla, decise di aprire la porta e, vedendo le colombe legate e la finestra aperta, capì tutto.
Lui si lanciò all’inseguimento della giovane e Cesarea incredula cominciò pregare, chiedendo all’Altissimo una grazia: “ aprite munte e gnuttite Cisaria e li stivali de sirma ‘nzurfu e rena” (“apriti monte e inghiotti Cesarea e fá che gli stivali di mio padre diventino di zolfo e sabbia”)
Le sue preghiere vennero ascoltate: la roccia si aprì e padre e figlia vennero inghiottiti. Se Cesarea prima di morire vedrà la gloria degli Angeli che la incoronarono, indicandole la strada per il Paradiso; il padre finirà nelle mani del diavolo, lasciando tracce di sé nelle grotte sulfuree.